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[my2cents] Tramways e il covo dei Fiorentini

Ogni tanto mi capita qualche trasferta di lavoro. Penso che questi tipi di viaggio, a meno di non inscenare finti rapimenti, siano di una noia tremenda. Se poi capitano di giovedì, tradizionalmente riservato alla serata ludica in associazione, diventano anche fastidiosi.
Questa volta si è trattato di una toccata e fuga a Firenze. In questo caso, tuttavia, avevo preparato un piano alternativo.

Il mio contatto locale, che non avevo mai conosciuto di persona, era un vero e proprio guru dell’informazione ludica, evocato spesso nelle discussioni riguardanti i giochi da tavolo. Il rischio di svegliarsi lungo l’Arno con un rene in meno c’era sempre, ma era mitigato dal fatto che MDM non giocava a Risiko!: Il “Male” non poteva essersi incarnato in lui. Ok, questa è una cazzata che potevo risparmiarmi. Al massimo avrebbe attentato al mio portafoglio, proponendomi qualcosa di irresistibile che, conoscendomi, avrei finito sicuramente per acquistare. Insomma, ero riuscito ad infiltrarmi in una serata ludica del Bruce Wayne fiorentino dei giochi da tavolo: nella sua batmansarda, quasi 900 titoli a disposizione.

La pianificazione era stata perfetta: arrivo a firenze per le 20.00, bagaglio depositato in albergo, cena veloce, dieci minuti di taxi, ore 21.15 davanti al citofono, alle 21.20 seduti al tavolo da gioco per iniziare; l’unica “sbavatura” era l’impossibilità, da parte mia, di presentarmi all’appuntamento con due buone birre, carburante fondamentale per qualsiasi serata ludica.

Bruce mi avvisa che questa sera saremo in sei, ma non c’è da preoccuparsi perché faremo due tavoli da gioco. Ovviamente lascio a lui la scelta del titolo: io gli ho spiegato i miei gusti, per il resto ha carta bianca.  Il Duccio arriva qualche minuto dopo di me, è il “terzo uomo” e, a prima vista, potrebbe tranquillamente essere il  John McClane del gioco da tavolo: questa sera sarà dura portare a casa una vittoria. Il gioco che viene “stappato” è un Tramways del 2016; è un titolo nuovo tutti, anche per Bruce. 

Tramways (Alban Viard, 2016), è difficile “da domare”. Un autoprodotto, in stile Splotter,  che deve molto a Steam (di Wallace). Il gioco riesce ad amalgamare alcune meccaniche differenti: deck-building, pick-up and deliver, aste e costruzioni di reti. La spiegazione iniziale lascia quella sensazione di “vertigine” tipica dei giochi in cui, se metti un piede “in fallo”, precipiti e sei finito: non c’è paracadute. In cinque turni (15 azioni) ci si gioca la partita: il sesto turno serve ad “amplificare” i risultati ottenuti, permettendo di esprimere al massimo la strategia impostata. Non mi dilungo ulteriormente perché in giochi sul nostro tavolo trovate un’ottima recensione che spiega (meglio) le stesse cose che avrei detto io.

Questa esperienza “in trasferta” ha confermato quello che avevo scritto qualche mese fa, ovvero che i giochi da tavolo sono un portale verso le altre persone. Ci sono molte passioni che ti portano ad incontrare persone che non conosci direttamente (la fotografia, la lettura, il cinema) e spesso capita che alcuni forum organizzino delle reunion, un evento, una cena, ecc, tuttavia l’interazione con gli altri appassionati non oltrepassa la nostra  personale “safe zone”. Il gioco da tavolo non è così. La relazione passa anche attraverso il tavolo da gioco dove, appunto, ci si mette in gioco; quando la scatola viene aperta, e il “cerchio ludico” si stringe intorno ai giocatori, si viene proiettati in una realtà “aumentata” dove le regole sono differenti e dove qualcuno vincerà mentre altri perderanno.

Voglio quindi ringraziare MDM per avermi aperto la porta del suo covo dei Fiorentini: mi sono divertito e mi sono sentito “a casa”. Ovviamente Tramways si è rivelato un ottimo titolo: acquistato on-line il giorno seguente, mentre rientravo in treno, mi è stato consegnato sabato pomeriggio direttamente a casa.

Adoro i piani ben riusciti.

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