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Decrescita ludica: less is more

La vita è troppo breve per sprecare tempo con giochi mediocri.

Ormai è giunto il momento di riconoscere di avere un problema: ho troppi giochi nella mia ludoteca. E penso di non essere l’unico che si trova in questa situazione.

La  “rivelazione” è stata lenta e  dolorosa e, una volta affiorata, non poteva più essere ignorata. Era da un paio di anni che qualcosa non andava, tuttavia ho sempre cercato di ignorarne i sintomi: una sorta di “stanchezza mentale” che mi assaliva ogni volta che dovevo decidere quale titolo apparecchiare; l’irrequietezza nel vedere dei titoli sconosciuti affiancarsi a “vecchi amici” senza avere il tempo per giocarci; il sentirsi trascinare, involontariamente, verso un oceano di titoli che promettevano esperienze di gioco MERAVIGLIOSE e dove era sempre più difficile trovare ossigeno tra le incessanti ondate di HYPE ludici.

Valutata ex-post, la mia personale esperienza mi porta ad affermare che possedere troppi giochi da tavolo è assolutamente controproducente. Una precisazione. Quando parlo di giochi mi riferisco a titoli “per gamers”, non prendo in considerazione i fillerini, i giochi smart, i party game, ecc: questa categoria, nei miei processi cognitivi, rientra in una “zona franca” che viene toccata marginalmente da questa aumentata consapevolezza.

Negli ultimi mesi ho affrontato un trasloco che mi ha obbligato a inscatolare la mia ludoteca, più di trecento titoli, e che mi ha messo di fronte alla “fisicità” di ciò che ho sempre considerato una semplice “passione”. I giochi da tavolo hanno tre dimensioni fisiche, dimensioni che negli anni, purtroppo, sono state “pompate” artificialmente, quasi a voler creare un “asse” prezzo-volume-valore. Tra i vari oggetti categorizzabili come  cultura/intrattenimento (libri, CD, vinili, blu-ray, videogame, fumetti) i giochi da tavolo, a livello unitario, occupano lo spazio maggiore. Poiché lo spazio nella mia abitazione è limitato, il trade off  è evidente.

Ovviamente il problema dello “spazio fisico” non è assolutamente il più critico. Recentemente un sondaggio su facebook, postato da un editore di giochi, mi ha fatto riflettere sul fatto che anch’io rientro nella categoria “Ho una grande Collezione (almeno 50/200…giochi). alcuni li ho consumati, altri giocati poche volte, alcuni non li ho ancora giocati. Ho quindi ripensato a quali fossero i miei  titoli più “consumati”, quelli giocati molte volte e in profondità. Ecco i titoli (filler esclusi): Caylus (2005), Agricola (2007), Puerto Rico (2002), Race for the Galaxy (2007), Saint Petersburg (2004), Kingsburg (2007), Pandemic (2008), In The Year of The Dragon (2007), Galaxy Trucker (2007), 7 Wonders (2010), Battlestar Galactica (2008), Cuba (2007), Glory to Rome (2005), El Grande (1995), Troyes (2010), Terra Mystica (2012), Power Grid (2004), Village (2011), Vinhos (2010).  Tutti titoli che rientrano tra i miei primi quaranta acquisti. Ciò che mi preoccupa maggiormente è che, nonostante questi titoli siano stati molto giocati fino al 2012, negli ultimi 5 anni essi hanno raggiunto l’utilizzo medio dei nuovi giochi acquistati (circa 200), ovvero 2-3 partite. In altre parole, l’esplosione della mia ludoteca ha “coperto di polvere” anche i titoli che reputo migliori: se smettessi di acquistare giochi in questo momento, con la mia frequenza di gioco attuale, impiegherei circa cinque anni a rigiocare, una volta, tutti i titoli in mio possesso.

Ho splendidi ricordi legati a serate nelle quali si apparecchiava un titolo e si iniziava a giocarci immediatamente, poiché tutti ne conoscevano le regole. Avere molti giochi e giocarli poche volte implica anche un maggior spreco di tempo (speso nella lettura di regolamenti) e un’esperienza di gioco spesso superficiale, perché nessuno può “spingere al massimo” se viene messo su un’auto che non conosce e su un circuito che non hai mai visto prima. Purtroppo ciò è soltanto parzialmente dipendente dal numero dei giochi in mio possesso, questo problema è maggiormente correlato al numero di titoli che annualmente vengono buttati sul mercato.

Ho infatti la sensazione che l’incremento (con derivata seconda positiva) dei titoli pubblicati ogni anno ne abbia abbassato la qualità media (non mi riferisco ai materiali) e abbiano reso più difficile trovare giochi “over the top”: i giochi belli (almeno per ora) continuano ad esserci, il problema è trovarli tra quelli mediocri.  Sempre rispetto alla categoria “german setolosi e selvaggi”, per autori ed editori potrebbe non essere più un fattore critico di successo la qualità delle meccaniche: perché “stressare” la robustezza delle meccaniche quando, in una sorta di (pseudo)obsolescenza programmata, un titolo viene giocato 3-4 volte? Ho provato a dare un’occhiata all’incremento dei giochi prodotti negli ultimi anni dagli autori: in molti casi, da un gioco ogni due (o tre) anni siamo passati a due giochi all’anno. (Ricordo il viaggio di ritorno da Essen, due anni fa, in cui due autori italiani, seduti nei posti davanti a me in aereo, scherzavano sullo sviluppo di un loro gioco, appena uscito, che era stato ideato, non molti mesi prima, in un viaggio in auto di tre ore: ovviamente decisi di non acquistarlo in alcun caso.)

Forse questo è il momento giusto per diventare più “selettivo”; sicuramente ridurrò il numero di giochi in mio possesso e inizierò a “cesellare” la mia ludoteca. Non serve neppure scomodare Latouche e il suo breve trattato sulla decrescita felice: come dicevo, la vita è troppo breve per sprecare tempo con giochi mediocri.


Ovviamente c’è anche chi acquista giochi semplicemente per il piacere di espandere la propria collezione, oppure perché scrive su riviste e blog specializzati: ognuno è libero di vivere la propria passione come meglio crede.

Mi permetto anche di dare qualche piccolo consiglio a quei giocatori che stanno entrando in questo (bellissimo) mondo. Per prima cosa, partite dai “classici”; ovvero dedicate tempo a  quei titoli usciti prima del 2011/2012: se sono ancora in commercio, oppure “famosi”, proprio cagare non fanno. Non fermatevi MAI alla prima partita ma concedete sempre 2/3 partite di warm up. Cercate di provare più titoli con meccaniche base differenti: piazzamento lavoratori, asta, deck building, controllo di area, cooperazione, gestione della mano di carte, pickup&delivery, ecc. Tenete attive le vostre “papille gustative ludiche” assaggiando giochi differenti. Come seconda cosa, leggete, documentatevi e sviluppate un vostro senso critico. Una volta era più semplice: c’era praticamente soltanto la Tana (e BGG); adesso, grazie a Giocare in Scatola, potete anche accedere a quasi tutti i blog esistenti. Trovate quelli più in sintonia con le vostre esperienze di gioco e metteteli alla prova. Fatevi anche un favore e leggete i regolamenti quando dovete leggere un contratto di locazione cercate i videotutorial? ; se vi avanza tempo date un’occhiata ad ILSA: informazione ludica di grande qualità.  Infine, acquistate i giochi che vi piacciono (e che prevedete di giocare) e non abbiate timore di disfarvi di quelli che non vi dicono più nulla.

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