Old but Gold · Prime Impressioni

Power Struggle, in Cash we trust

Anche quest’anno Arnaud “Il Belga”, nella sua transumanza estiva, ha fatto una sosta di un paio di giorni qui vicino. E quando Il Belga è in Italia almeno una partita insieme bisogna farla. Questa volta le opzioni disponibili erano tre: Caylus Limited Edition, Vanuatu oppure Power Struggle… alla fine abbiamo optato per Power Struggle. (Una piccola “nota a margine”, che non riguarda il resto: ho scoperto dell’esistenza di una nuova edizione “aggiornata” di Caylus, che è in fase di playesting... progetto molto interessante!).

Era più di un lustro che Power Struggle (Bauldric & Friends, 2009) aspettava, in un angolo della libreria, di essere giocato. Fu proprio grazie ad un consiglio di Arnaud che decisi di acquistarlo qualche anno fa.

Power-Struggle

Come sempre, “una prima partita non fa testo”… ma permette di intuire le (eventuali) potenzialità del gioco. Iniziamo dalle coordinate base: come si vince e come si gioca.

Come si vince

In Power Struggle noi siamo uno dei potenti personaggi che, nelle grande Compagnie, tramano e manipolano nell’ombra tirando i fili giusti nel giusto momento… ovviamente per raggiungere i nostri personali obiettivi. Vince il primo giocatore che raggiunge i quattro punti vittoria (VP); ci sono 6 modi differenti per ottenere un punto vittoria:

  • avere almeno 7 punti nel tracciato influenza,
  • 16 punti in quello azionario,
  • fondare almeno 4 dipartimenti principali,
  • avere almeno 9 punti in corruzione,
  • avere almeno 3 consulenti in differenti divisioni,
  • sconfiggere il proprio arcinemico.

Poiché non si può crescete efficacemente in tutti e sei gli ambiti, si rende necessario scegliere i 4 sui quali puntare.

Come si gioca

Per cercare di vincere si può usare ogni mezzo più o meno lecito: creare dipartimenti, corrompere gli altri giocatori, assumere dipendenti, acquistare azioni della società, influenzare il consiglio di amministrazione, ecc. Ogni opzione è regolata da particolari meccaniche ad esse dedicate. Di base, potremmo classificare Power Struggle come un gioco di “controllo area” e gestione dell’influenza.

Power Struggle

Il terreno di combattimento è rappresentato dalle posizioni e ruoli nell’organigramma aziendale. La struttura di base è quella di una Compagnia “classica”. Ci sono 6 divisioni (Development, HR, Communication, Accounting, Legal&Patents, Controlling), ognuna potenzialmente costituita da un massimo di 6 dipartimenti che possono ospitare “n” lavoratori e 1 o  2 manager (fedeli a noi oppure ai nostri avversari).

Controllare il maggior numero di dipartimenti permette di controllare la divisione  corrispondente (divisional head) e di poterne quindi sfruttare il “potere speciale”. La possibilità di corrompere un giocatore avversario, tramite l’offerta di denaro (“bustarella”), permette di acquistare, per il turno corrente, il potere della relativa divisione (oltre a fare guadagnare “punti corruzione”).

Il capo divisione può poi essere “promosso” nel Board Aziendale (ottenendo altri tipi di privilegi e l’aumento dei “punti influenza”) oppure inviato nel Consiglio (altra condizione di vittoria). L’influenza dei propri membri nel Board Aziendale permette di arrivare ad occupare la poltrona del CEO.

Il flusso di gioco è suddiviso in round costituiti da un numero variabile di turni (da 4 a 7) nei quali viene risolto un evento comune (globale) e poi ogni giocatore può compiere un’azione. Giusto come esempio riguardante i “poteri” dei capi di divisione, segnalo che è il direttore della comunicazione che decide, segretamente, l’ordine degli eventi e il numero di turni del round.

Prima impressione

Ci sarebbero, come sempre, molti altri dettagli da spiegare, come ad esempio il livello globale di “motivazione dei dipendenti” che modifica la potenza di alcune azioni speciali, ma la mia rimane pur sempre una “prima partita” e quindi è meglio aspettare. Aggiungo soltanto che Power Struggle mi ha dato l’idea di essere un gioco non semplicissimo da padroneggiare (già a partire dal regolamento) ma capace di offrire un’esperienza di gioco unica, complessa e (credo) non adatta a tutti i palati.

Mi è rimasta una gran voglia di rigiocarci.

Power Struggle

 

 

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