Tesla Games, energia continua per i giocatori
Tesla Games, un progetto per rimettere al centro i giocatori. Non di solo HYPE gioca l’uomo.
Tesla Games, un progetto per rimettere al centro i giocatori. Non di solo HYPE gioca l’uomo.
“Nel parco dei divertimenti c’è una miriade di esperti pronta a dirvi come giocare, quali strategie adottare e quali mazzi usare; nella giungla dovete cavarvela con gli strumenti che avete in mano. Tutti hanno pari probabilità di essere i migliori del mondo nel giocare il proprio mazzo: non potete cercare in rete quali sono le sinergie o i punti deboli di un mazzo… potrete scoprirlo solo giocando.”(R. Garfield)
“If you compete to win this game might not be for you, but if you love to compete you should try this game.” R.Garfield
“Adesso vi dirò una cosa. Se qualcuno si mette contro di me, io mi metto contro di lui. Voglio dirvi ancora una cosa: questo è un incontro all’ultimo sangue. Aspettate la fine, uno solo resterà in piedi; è così che saprete chi ha vinto.” (The Untouchables)
Anche questa volta il consiglio di Arnaud “il Belga” è risultato azzeccato. Acquistato a “scatola chiusa”, si è rivelato un family game molto versatile: 25 minuti, da 1 a 100 giocatori, regole immediate, downtime quasi nullo, artwork azzeccato, ecc.
Quest’anno, a fine agosto, mi è toccata una trasferta lavorativa (last-minute) di un paio di giorni in Basilicata, regione che, nonostante un 25% di retaggio Lucano, nel mio immaginario era ancora in bianco e nero e sottotitolata. Il primo pensiero fu: “…ma esattamente dove sta Potenza”?, il secondo: “…ma come ci arrivo?”, il terzo”…troverò un posto dove giocare?”. L’ultimo punto era quello che mi preoccupava maggiormente.
In Power Struggle noi siamo uno dei potenti personaggi che, nelle grande Compagnie, tramano e manipolano nell’ombra tirando i fili giusti nel giusto momento… in cash we trust!
Decisi di supportare il Kickstarter di questo gioco principalmente per un motivo: l’autore dichiarava esplicitamente di voler applicare il motore di gioco di Glory to Rome ad un sistema economico influenzato dai giocatori, in stile Container. Il resto è noia.
Trovo Hermagor semplice, lineare e divertente. Non è banale ed ogni azione dovrebbe essere valutata attentamente. Suggerisco di concedergli una partita.
London va provato. Poche regole, ben armonizzate, e otto anni di età sulle spalle. Non fate i pigri e cercate un vostro amico al quale scroccare una partita.
Lancio i miei razzi nel cosmo e la donna volante mi appresto a colpire: lei per evitare l’impatto si infila in un nembo, ma è un tragico error…
Scordatevi indumenti di seta e raso, qui il buon Wallace non è andato molto per il sottile: Byzantium è un gioco “ruvido” come un paio di mutande in lana delle Shetland. Le monete in plastica, oggettivamente, gridano vendetta.
Aprire la scatola ed entrare nel Settimo Continente è stato molto differente rispetto alle aspettative. Ho affrontato la prima spedizione così “giusto per provare”. Il risultato è che siamo morti, male.
Due anni sono tanti per un’iniziativa che, a detta di molti, sarebbe dovuta morire nel giro di qualche mese. Gli iscritti al gruppo Facebook sono aumentati fino agli attuali 2000 e anche i “volumi movimentati”, tra Kickstarter e “svuota magazzini”, sono ormai tutt’altro che trascurabili.
Da uno a quattro Spiriti vivono tranquilli nella loro isoletta venerati dalla tribù autoctona dei Dahan. Un giorno arrivano degli Invasori che hanno delle abitudini non troppo pacifiche: incominciano a colonizzare l’isola, rovinano l’ambiente, costruiscono town e city, e combattono contro la popolazione locale. Gli Spiriti non restano a guardare e iniziano a contrastare gli Invasori utilizzando poteri speciali, abilità innate e… l’arma più potente: la paura.