Tesla Games, energia continua per i giocatori
Tesla Games, un progetto per rimettere al centro i giocatori. Non di solo HYPE gioca l’uomo.
Tesla Games, un progetto per rimettere al centro i giocatori. Non di solo HYPE gioca l’uomo.
Quest’anno, a fine agosto, mi è toccata una trasferta lavorativa (last-minute) di un paio di giorni in Basilicata, regione che, nonostante un 25% di retaggio Lucano, nel mio immaginario era ancora in bianco e nero e sottotitolata. Il primo pensiero fu: “…ma esattamente dove sta Potenza”?, il secondo: “…ma come ci arrivo?”, il terzo”…troverò un posto dove giocare?”. L’ultimo punto era quello che mi preoccupava maggiormente.
Sono stanco di vivere esperienze di gioco superficiali, e poco appaganti, a causa di una scarsa padronanza di meccaniche e dinamiche: meglio acquistare meno e giocare di più.
Questa volta vi consiglio di leggere altro.
Esplorare sotterranei alla ricerca di tesori magici, monete d’oro e potenti artefatti… senza fare troppo rumore ed evitando il Drago. Tutto gestito con il proprio mazzo di gioco.
Quando un uomo con un fucile incontra un uomo che guida un mech, l’uomo con il fucile ha poco da ridere.
Ormai è giunto il momento di riconoscere di avere un problema: ho troppi giochi nella mia ludoteca. E penso di non essere l’unico che si trova in questa situazione. La vita è troppo breve per sprecare tempo con giochi mediocri.
Glory to Rome è un titolo che dovrebbe essere provato almeno una volta. Poi può anche non piacere, ma quello che permette di fare con delle semplici carte è molto interessante.
Sbagli qualcosa e tutto “va in vacca”. Coperta corta, da mettere sotto la sella mentre si galoppa verso Kansas City. Astenersi vegani.
Tramways è un ottimo gioco, un “brucia neuroni”. Ma la compagnia è stata meglio.
“Gli antichi giapponesi dicevano che questa tavola è il microcosmo dell’universo. Vedi, quando è vuota appare semplice ed ordinata, ma il numero delle mosse possibili in questo gioco è infinito. Secondo loro non possono esistere due partite uguali, sono come i fiocchi di neve, perciò secondo la cultura giapponese questa tavola rappresenta un universo estremamente caotico e complesso. Ed è questa la realtà del nostro mondo, mio caro e giovane Max.” (Π – Il teorema del delirio)
Senza giri di parole: bella ma si vive bene anche senza andarci.
Con qualche giro di parole in più, proverò a raccontare brevemente la mia ultima trasferta ad Essen.
Se vi aspettate di trovare un resoconto di Spiel 2016 (per gli amici, “Essen”), non è qui che dovete guardare. Prima o poi lo scriverò, anche solo per annotarmi alcuni suggerimenti per il prossimo anno, ma non adesso. Questa volta mi soffermo su di un semplice particolare.
Non è la più intelligente delle specie a sopravvivere; non è nemmeno la più forte; la specie che sopravvive è quella in grado di adattarsi meglio ai cambiamenti dell’ambiente in cui si trova.
“Ho sottratto principesse a re dormienti nei tumuli. Ho ridotto in cenere la città di Trebon. Ho passato la notte con Felurian e me ne sono andato sia con la vita, sia con la sanità mentale. Sono stato espulso dall’Accademia a un’età inferiore a quella in cui la maggior parte della gente viene ammessa. Ho percorso alla luce della luna sentieri di cui altri temono di parlare durante il giorno. Ho parlato a dèi, amato donne e scritto canzoni che fanno commuovere i menestrelli. Potresti aver sentito parlare di me.”