London, baby George e i poracci
London va provato. Poche regole, ben armonizzate, e otto anni di età sulle spalle. Non fate i pigri e cercate un vostro amico al quale scroccare una partita.
London va provato. Poche regole, ben armonizzate, e otto anni di età sulle spalle. Non fate i pigri e cercate un vostro amico al quale scroccare una partita.
Scordatevi indumenti di seta e raso, qui il buon Wallace non è andato molto per il sottile: Byzantium è un gioco “ruvido” come un paio di mutande in lana delle Shetland. Le monete in plastica, oggettivamente, gridano vendetta.
Il gioco è ambientato nel mondo retro-fantascientifico creato da Greg Broadmore; in questa realtà alternativa i viaggi spaziali sono già possibili fin dalla fine del diciannovesimo secolo; i giocatori, alla guida degli imperi terrestri (Gran Bretagna, Francia, Germania, Russia e USA), gareggeranno nella corsa alla colonizzazione dei pianeti del sistema solare.
Il gioco mi piace per un motivo semplicissimo: c’è l’azione sono-il-migliore-ho-vinto-io-e-voi-avete-perso. Sì, avete capito bene: il gioco termina quando un giocatore sceglie l’azione fine del gioco e dichiara, spudoratamente, di aver vinto. Questo vuol dire che chi è in vantaggio è il nemico da abbattere, non c’è spazio per le piccole scorrettezze da metagioco.