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[my2cents] non sGASsateci le scatole

In passato mi sono occupato, seppur indirettamente, dello strumento G.A.S. (Gruppo di Acquisto Solidale) come forma di acquisto capace di generare sia un beneficio economico per i partecipanti (GA), sia un impatto positivo sulla società in cui viviamo, tramite un’impostazione fair trade (S).  Alcune volte la “S” viene messa un po’ in secondo piano, altre volte compaiono altre lettere: è questo il caso del GASGDT.

GASGDT è un “gruppo virtuale” che attualmente (inizio maggio 2016) conta circa 700 membri e cerca di sopravvivere nella Facebook-Biosfera; in uno dei post introduttivo si autodefinisce in modo molto chiaro e semplice.

“Gruppo per gli appassionati di giochi da tavolo “Moderni”, vuole creare un punto di partenza di raggruppamento per acquisire potere contrattuale sul prezzo di acquisto di giochi nuovi puntando sulla numerosità, o per sfruttare offerte ed occasioni delle piattaforme di Crowdfunding. E’ un gruppo senza scopo di lucro, qui non guadagna nessuno, al massimo si risparmia per avere più soldi per l’acquisto di un nuovo gioco e far crescere così la propria passione e la propria collezione, diffondere la cultura del GdT Moderno ed appassionare sempre più persone.

Penso che ci sia poco da “fraintendere” oppure “non capire”: è l’applicazione al mondo del Gioco da Tavolo di uno strumento, il Gruppo di Acquisto, che già funziona in altri ambiti; ovviamente non si deve confondere il GAS con la stipula di “convenzioni”, che si basano su principi differenti. L’obiettivo finale, lo ricordo, è quello di garantire ai consumatori un risparmio effettivo rispetto al normale costo di acquisto di un determinato prodotto (chiaramente identificato). Ovviamene un GAS è sostenibile, sul lungo periodo, se riesce ad attuare una strategia win win che porti benefici sia a chi acquista, sia a chi vende. Generalmente si può tentare di raggiungere il risultato attraverso l’utilizzo di differenti strumenti, ecco i tre più comuni:

  • Aggregando la domanda (aumento dei volumi per singolo ordine)
  • Accorciando la filiera (riduzione costi non a valore aggiunto)
  • Migliorando l’indice di rotazione del magazzino (overstock e stock morto)

Secondo le mie stime, nel mercato del gioco da tavolo, mediamente dal 35% al 65% del prezzo di listino si “perde” lungo la filiera, nel passaggio dall’editore al giocatore* (in realtà  mi rendo conto benissimo che ciò che è visto dal giocatore come “costo aggiuntivo”, per chi lavora in questo ambito è il “pane quotidiano”); semplificando, se acquistassi direttamente dall’editore, mi aspetterei uno sconto compreso tra il 35% e il 65%. Prendo questi due estremi per includere i due “casi limite”: da una parte il gioco sviluppato direttamente dall’editore italiano, dall’altra la semplice localizzazione italiana di un titolo sviluppato in un mercato estero. Anche rispetto alla filiera ci sarebbero delle precisazioni da fare. Di che cosa stiamo parlando esattamente? del “classico” editore – distributore – negozio fisico oppure di uno dei vari “ibridi”? Ci sono editori, integrati a valle, che hanno i loro negozi fisici; editori che sono anche distributori e che operano online, ecc. Un GAS deve sapere a quale porta “andare a bussare” per trattare un determinato livello di sconto.

Un secondo aspetto da considerare è il “risultato atteso” (in termini di scontistica e livello di servizio) dal partecipante al GA. Il mio personale benchmark, nel mercato italiano, è rappresentato dalle convenzioni attivate da TdG (in realtà alcune delle “convenzioni” di TdG sono già delle forme ibride di GAS). Pur essendo, lo ribadisco, due strumenti differenti, non penso abbia senso aderire ad un gruppo di acquisto che mi garantisca un risultato inferiore a quello di una convenzione: nell’esempio specifico, direttamente al socio/consumatore viene garantito almeno il 10% sconto e spese gratuite sopra i 100€; nel caso di utilizzo delle Affiliate (forma “Ibrida GA”) lo sconto rimane compreso tra il 10% e il 20% . In questo caso, è bene sottolinearlo, le convenzioni interessano i negozi (siano essi fisici oppure online) e non fanno leva sulla filiera: è quasi impossibile “sfondare” il muro del 20%. Per spingersi oltre, per arrivare almeno al 30%, occorre utilizzare necessariamente due delle leve viste precedentemente: in poche parole, occorre dare GAS! questo vuol dire acquisti mirati (numero ristretto di titoli), un volume minimo, una rete “solidale” di distribuzione per far arrivare le copie ai membri interessati; vuol dire impiegare energie per raccogliere soldi, spendere gratuitamente tempo per accordarsi con i venditori, ecc. Tutte attività da svolgere nella massima trasparenza per neutralizzare, “a monte”, gli eventuali stracciamaroni.

Quando ricevetti l’invito ad entrare nel GASGDT la prima cosa che pensai fu:”Spettacolo! finalmente qualcuno che ci ha pensato!”; il secondo pensiero, qualche picosecondo dopo, fu invece: “questa iniziativa avrà vita molto breve”. Qualche tempo dopo sono comparsi i primi “problemi”.

Ho lavorato tutto il giorno per cercare di portare a casa un risultato per questo Gruppo, purtroppo da alcuni giorni mi sono ritrovato molte porte sbattute in faccia contrariamente all’entusiasmo della prima settimana.

In sostanza nessuno gradisce più operare con noi, dietro questo tipo di atteggiamento credo vi sia un azione da parte di qualcuno che sta facendo pressioni perchè il nostro gruppo non decolli, almeno per quanto riguarda il Gioco da Tavolo Commerciale, perchè lo ritiene una minaccia. Dato che gli equilibri di questo settore sono molto delicati e non è mia intenzione danneggiare nessuno, ne tanto meno far perdere posti di lavoro, ho deciso di ridimensionare l’attivita’.

Viste le difficoltà mi trovo costretto per il momento a rinunciare ai due GAS dei due titoli già pubblicati ed ho provveduto a contattare questa sera tutte le persone che entusiasticamente avevano aderito. Nulla cambia invece per quanto riguarda i gruppi KS per i quali mi continuo a rendere disponibile per mediare accordi di interesse.

Tutto intrinsecamente coerente: a PLAY2016 un paio di editori si permettono di fare il 3×2 e qualche negozio fisico fa tremare i forum; nel caso del GASGDT, forse qualche negoziante troppo “intraprendente” si è visto recapitare una busta con all’interno una carta BANG!**, oppure un meeple decapitato, e la scritta: “ti aspetto (fuori) al prossimo ordine!”, e ha rapidamente capito che “questo GAS non s’ha da fare”.

Il gruppo, fortunatamente, si è rapidamente riposizionato, rifocalizzandosi sui progetti di crowdfunding, dove non si rischia di entrare nell’orticello di nessuno (che sia profit oppure no profit). Fortunatamente esiste anche un mercato estero, forse più ricettivo verso questo genere di iniziative.

gas

*qualche editore potrebbe “smentire” questa stima: mi farebbe piacere avere informazioni precise e “trasparenti”.

** non c’è alcun riferimento alla casa editrice legata a Bang!

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