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NO THANKS! Sembra un mazzo di carte e invece non immaginerete mai che cosa…

Sono le 23.30 e ho appena vinto una partita a 7 Wonders. Dal tavolo accanto arrivano strani discorsi: “No grazie”, “Questa girerà fino alla morte”, “Hai finito i gettoni? beccati ‘sta bombazza”.  Mi avvicino incuriosito e subito mi propongono un’altra partita. Guardo l’orologio: tra 15 minuti si chiude bottega. “Massì, vedrai che facciamo in tempo..”. Ovviamente mi bastonano di brutto! Sangue e sudore sono il miglior modo per imparare a giocare. Ore 23.40, tra cinque minuti si chiude. “Direi che ci sta un’altra partita, che ne dite?..tanto devono ancora mettere via i tavoli e le sedie..”. 

Il setup richiede 20 secondi: vengono distribuiti 11 gettoni a testa e si prepara il mazzo da gioco (dalle 33 carte, numerate dal 3 al 35, vengono tolte, casualmente senza che nessuno le veda, 9 carte coperte). Pronti a giocare.

Il primo giocatore gira una carta e decide se tenerla oppure passare dicendo “no grazie” e pagando un gettone che viene aggiunto al “piatto”. Se sceglie di passare, la decisione passa al giocatore alla sua sinistra che ha la stessa opzione: prendere la carta (e guadagnare i gettoni del piatto) oppure rifiutare (e aggiungere un gettone al piatto). La carta continua a girare finché qualcuno non decide di prenderla oppure è obbligato a farlo (perché ha finito i gettoni).

La manche termina quando viene assegnata l’ultima delle 22 carte che compongono il mazzo di gioco. Si sommano i punti delle carte e si sottrae un punto per ogni gettone rimasto: chi ha il punteggio più basso vince la manche. Il valore delle carte è quindi un malus: più alto è il valore, più la carta è dannosa. La partita completa prevede di giocare quattro manche, sommando i risultati ottenuti (ovviamente vince il gioco chi totalizza meno punti).

Ormai avrete intuito alcune dinamiche del gioco: più una carta “gira”, più accumula gettoni, più diventa “appetibile”; finire i gettoni è cosa molto, molto, molto pericolosa perché obbliga a prendere quello che arriva, e così via.

C’è anche un automatismo del quale ancora non ho parlato. Quando si ottengono due  (o più) carte con valori consecutivi, esse “scalano” e si paga soltanto il valore più basso. Ad esempio: con le seguenti carte 12, 22, 24 si ottiene un punteggio (ovvero una penalità) di 58 punti. Se si riuscisse ad accaparrarsi anche la carta 23, il punteggio finale sarebbe di soli  34 punti (12 + 22) perché delle carte “in scala” (ovvero 22,23,24) si paga soltanto quella di valore minore. Questo semplice automatismo permette di diversificare la strategia di gioco. Giocare con le scale è comunque rischioso perché, come ricorderete, 9 carte non sono presenti nel mazzo di gioco. Se poi volete inserire anche un pizzico di asimmetria informativa, potete utilizzare una delle varianti che prevede che ogni giocatore abbia in mano una delle nove carte scartate (e quindi sappia quali scale sono interrotte).

No Thanks è un gioco del 2004 del quale ignoravo totalmente l’esistenza: peccato non averlo scoperto prima! con un paio di meccaniche semplicissime si ottengono dinamiche interessanti: decidere se far girare un carta oppure fermarla, prendere una carta per guadagnare qualche gettone, rischiare su una scala oppure lasciare perdere.. press your luck!

Questa volta il consiglio è di mettere mano al salvadanaio e investire una manciata di euro in un titolo che non vi deluderà; avrete il perfetto aperigame da sfoderare nelle situazioni più disparate. Se acquistare un gioco Dal Negro non vi crea crisi di identità, dovreste trovarlo facilmente in giro; per il “gamer fighetto” c’è anche l’edizione della Mayfair. Se invece avete finito il budget con i vari KickStarter, fatevi le carte a mano e procuratevi 55 fagioli da usare come gettoni.. le vostre vacanze saranno sicuramente più divertenti.

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Un pensiero riguardo “NO THANKS! Sembra un mazzo di carte e invece non immaginerete mai che cosa…

  1. Bel giochino spesso sottovalutato. In italia lo distribuisce la Dal negro, quindi è anche molto facile reperirlo in qualsiasi tabaccheria 😉

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