In principio fu Garfield. No, non il gatto. Quell’altro, Richard. Nei primi anni ’90, tra la lezione di latino e quella di fisica, ci si sfidava a colpi di incantesimi, tappando terre e accumulando mana. Con diecimila lire, il mercoledì, ci stava il cinema con pizza&coca, e se avevi un appuntamento con qualcuno ci dovevi andare, perché non avevi alcun modo per contattarlo. Fortunamente per le mie finanze, ad allontanarmi da Magic ci pensarono il PoliMI e la gnocca.
Poi venne Donald X. Vaccarino. Quindici anni dopo trovò il modo di “farsi il mazzo” senza dover impegnare un rene: Dominion rimane uno dei miei giochi preferiti e rappresenta un importante punto di discontinuità nell’albero filogenetico dei giochi da tavolo.
Su Alien, dopo quasi quarant’anni, c’è poco da dire, soprattutto perché “Nello spazio nessuno può sentirti urlare.” Ovviamente quando ThePress mi propone una partita al deck building game di Alien non posso rifiutare: in passato l’ha già intavolato alcune volte ma ho sempre “mancato” l’appuntamento.
Legendary Encounters: An Alien Deck Building Game (Ben Cichoski, Danny Mandel, 2014) è un gioco che utilizza la “piattaforma” di Legendary (di Devin Low) montando, come carrozzeria, i primi quattro film di Alien. Facendo un altro piccolo passo indietro, questo vuol dire che il “motore” è un Dominion 3.0: deck building con trade row e ruoli, customizzabile in base allo scenario scelto (vi consiglio comunque una partita a Star Realms). Il gioco è cooperativo ed è possibile decidere il livello di difficoltà.
Noi scegliamo di giocare il secondo film: Aliens – Scontro finale. Siamo in quattro e, tranne ThePres, ormai veterano, siamo tutti pivellini al nostro primo incontro con gli xenomorfi.
Vengono fuori dalle pareti! Vengono fuori dalle fottute pareti!
La tensione rimane alta per tutta la partita e basta veramente molto poco per finire (male) sommersi dagli alieni: vanno eliminati in modo chirurgico prima che arrivino nella zona di combattimento. Non sto qui a tediarvi raccontandovi la nostra partita: è durata esattamente come il film ed è stata altrettanto sanguinosa. Alla fine siamo sopravvissuti tutti, ci siamo divertiti e ci siamo ritagliati qualche minuto per un debriefing finale (segno che il gioco ha interessato).
Giusto un paio di precisazioni prima di condividere le mie impressioni. La prima è che ho giocato un’unica partita e che, nonostante ciò, non mi faccio alcun problema a parlare del gioco (qualcuno potrebbe stracciarsi le vesti). La seconda è che il gioco non è mio e quindi la mia esperienza di gioco soffre del bias “da invito a cena”: quando c’è qualcun’altro ad occuparsi del conto, si presta un po’ più di attenzione agli aspetti conviviali e meno alla tecnica di preparazione delle pietanze.
Come dicevo, il gioco mi è piaciuto molto. Ho trovato interessanti alcuni “bilanciamenti” utilizzati per stimolare positivamente le dinamiche cooperative. Tramite l’abilità “coordinare” è possibile, al di fuori del proprio turno, giocare carte per supportare altri membri del team; le carte così giocate vengono rimpiazzate da nuove carte pescate dal mazzo: il mazzo non viene appesantito perché “gira” più velocemente.
Per giocare alcune carte (ad esempio per curare le ferite) è necessario che alcune zone della base siano libere da alieni: ciò richiede una programmazione anticipata di due o tre turni, oppure l’utilizzo di carte per coordinare le risorse. Anche affrontare alcuni mostri può non essere semplice. Per eliminare un facehugger si hanno a disposizione un paio di turni, altrimenti la carta entra nel mazzo del giocatore che è stato attaccato e, una volta ripescata, ne provoca la morte definitiva.
Eventi, contaminazioni ambientali e obiettivi missione contribuiscono ad aumentare la variabilità del gioco all’interno del film scelto (ricordo che ce ne sono quattro da giocare.
Sicuramente il gioco non è perfetto e potrebbe emergere, nel tempo, qualche strategia dominante; molto pragmaticamente, questi potenziali problemi non mi interessano perché so già che non ci giocherò con una frequenza tale da sviscerare questi aspetti, e perché la possibilità di blastare alieni scatenando Ripley non ha prezzo.