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[zio puzzillo] Race for San Juan e il paradosso del gatto imburrato

Recentemente mi sono imbattuto in un commento (ad un post in FB) che accennava brevemente alle corrette relazioni filogenetiche tra alcuni giochi che mi piacciono molto: Race for the Galaxy (RFTG), Puerto Rico e San Juan. Proprio parlando di quest’ultimo, in un precedente articolo, l’ho indicato come un adattamento di RFTG al tema di Puerto Rico. Se avessi semplicemente controllato le date di edizione, avrei potuto evitare l’errore: Puerto Rico (A. Seyfarth, 2002), San Juan (A. Seyfarth, 2004), Race for the galaxy (Thomas Lehmann, 2007).

Quindi RFTG viene dopo San Juan, come dimostra anche la citazione di A.Seyfarth nei Credits del gioco.

Ma T.Lehmann e R.Borg vengono ringraziati, in prima pagina, da Seyfarth nel regolamento di San Juan, che è stato pubblicato prima.

Siamo arrivati alla versione ludica del paradosso del gatto imburrato.

In realtà, voci (ludicamente) più autorevoli di me hanno già parlato di questo argomento nel numero 28 di ILSA (c’è un accenno anche nel numero 3). Vediamo in breve che cosa successe (questa è la versione di Lehmann).

Mentre Lehmann e Borg fanno colazione ad Essen si dilettano a discutere di come potrebbe essere una loro versione di Puerto Rico card game, con le carte usate per fare tutto: come edifici, per pagare, come merci, ecc. Visto che un paio di tavoli più in là c’è seduto Stefan Brück (Alea designer), ne approfittano per fargli un paio di domande: scoprono che Seyfarth  sta già lavorando al gioco di carte di Puerto Rico. Decidono di lasciar perdere.

Alcuni mesi dopo, Stefan chiede a Lehmann e Borg di lavorare, in parallelo a Seyfarth, ad un prototipo: ha paura di non stare nei tempi per sfruttare al meglio la “finestra di mercato”. Lehmann investe nel progetto circa 400 ore di lavoro in tre mesi. Alla fine, dopo numerose revisioni, playtesting, ecc, l’idea viene presentata a Seyfarth che ringrazia per l’idea e si sviluppa il gioco per conto suo (concedendo una piccola mancetta per il lavoro svolto).

Ecco che cosa scrive direttamente Lehmann in un post su BGG:

“We presented the game to Stefan and, after further revision and testing, with Stefan arguing for market slips with varying prices, we agreed for him to present it to Andreas. A month later, Stefan informed us that Andreas liked our central idea but wanted to proceed by merging it with his own card set and ideas and developing the game separately. I was disappointed, but recognized that this was Andreas’ prerogative. The result was San Juan, from which both Richard and I receive a small royalty in recognition of our original concept and hard work.” 

(Se siete interessati ad approfondire il discorso, qui trovate il post originale: https://boardgamegeek.com/blogpost/1931/designer-diary-race-galaxy).

Alla fine non ho modificato il mio articolo: non sarà corretto dal punto di vista filogenetico, ma per me San Juan rimane un gioco “carino” perché adatta le meccaniche di RFTG all’ambientazione di Puerto Rico.

Il gioco “bello” è Race for the galaxy.

gatto_imburrato

 

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