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AZUL e la Potenza del gioco

Quest’anno, a fine agosto, mi è toccata una trasferta lavorativa (last-minute) di un paio di giorni in Basilicata, regione che, nonostante un 25% di retaggio Lucano, nel mio immaginario era ancora in bianco e nero e sottotitolata. Il primo pensiero fu: “…ma esattamente dove sta Potenza”?, il secondo: “…ma come ci arrivo?”, il terzo“…troverò un posto dove giocare?”. L’ultimo punto era quello che mi preoccupava maggiormente.

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Alla fine decisi di inserire anche Potenza tra le tappe ufficiali del “Impenitent Meeple On Tour 2018” e accesi il bat-segnale sui social… 

…dopo pochi minuti rispose Giulio, titolare di un negozio locale:”Se vuoi io sarò in negozio verso le 17″.  “Ok, arrivo lunedì nel pomeriggio. Mi sistemo e passo lì”.

Fu così che scoprii il paradiso nel Nerd a Potenza… il Comicstore.

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Giulio è super accogliente, gentile, pacato; è misurato sia nei gesti che nelle parole. Mentre sono lì intavolo una partita a Splendor con un suo amico… che scopro essere un ottimo disegnatore.

Partita a Splendor con l'autore! #rosarioraho
Partita a Splendor con l’autore! #rosarioraho

Le ore passano veloci. Mentre Giulio finisce di montare un mobile Ikea, io ne approfitto per chiedergli qualche consiglio per la cena (ricordatevi: sempre “sfruttare” gli autoctoni). Si scusa di non potersi fermare per cenare insieme e rilancia per il giorno seguente: verrà a trovarlo, da Matera, un amico con i due figli, si potrebbe giocare e poi cenare insieme con una pizza. 

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La seconda giornata di trasferta viene affrontata con uno spirito decisamente differente… anche perché la prospettiva di terminare la giornata con una buona dose di convivialità ludica è sempre molto “incentivante”. Partiamo con Istanbul e… terminiamo, dopo cena, con Azul.

Azul (Michael Kiesling, 2017) è un gioco semplice, curato nei materiali, facile da imparare, veloce da giocare e “pulito” nella monomeccanica. Sono tentato di non raccontarvi neppure una regola perché qui trovate il regolamento… e fate prima voi a leggerlo che io a riassumervelo. Comunque vi spiego l’unica meccanica che utilizzerete: al vostro turno prendete tutte le tesserine di un colore che si trovano in un’area (dischi rotondi e/o zona centrale)  e decidete come piazzarle sulla vostra plancia personale facendo attenzione a soddisfare alcuni semplici “vincoli”. Tutto il resto è governato da alcuni “automatismi”.

Il buon Kiesling, nel dosare gli ingredienti base,  si dimostra un ottimo “alchimista” (lavorare “a bottega” con Wolfgang Kramer un po’ aiuta): Azul è un gioco pensato, e sviluppato,  apposta “per piacere” ad una fascia abbastanza larga di giocatori, senza risultare banale oppure necessariamente troppo complesso. Siamo praticamente a “distanza uno” dal non-gioco, ovvero dalla “monomeccanica automatica” (a-decisionale) in stile gioco dell’oca. Lo trovo geniale!

In questa trasferta viaggiavo leggero, con un semplice bagaglio a mano; ancora non ho capito come io sia riuscito ad inserirci dentro, oltre allo scudo morbidoso di Capitan America, anche la scatola di Azul acquistata in loco. 

Nonostante le varie esperienze vissute negli anni, che sia Potenza, Firenze, Copenaghen, Cagliari, oppure un’altra città, ancora mi sorprende il grandissimo potere conviviale racchiuso in queste semplici scatole di cartone.  Il gioco da tavolo consente di creare uno spazio relazionale che si sovrappone allo spazio fisico delimitato dagli stessi giocatori: è una sorta di “cerchio magico” ludico. E le distanze, anche quelle tra le persone, si accorciano. 

Potenza del Gioco.

 

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