ecco perché mi piace · Old but Gold

Saint Petersburg …ecco perché mi piace.

 

Se cercate un gioco non troppo complicato, ma con la giusta complessità, che possa andar bene sia per il gamer occasionale, sia per il gamer fighetto, prendete carta e penna e annotate questo titolo: “St. Petersburg”. Io possiedo la prima edizione, del 2004, illustrata da Doris Matthaus con una grafica essenziale ma pulita e funzionale. Esiste anche una seconda edizione, del 2014, che aggiorna grafica e illustrazioni e aggiunge le espansioni uscite, prevedendo già anche il quinto giocatore, tuttavia non ho ancora avuto l’occasione di provarla.

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Saint Petersburg (2004, Bernd Brunnhofer) è un gioco che si spiega in cinque minuti e che non presenta alcuna eccezione rispetto alle regole base. Come sempre, non sto qui a riassumervi il regolamento (comunque se volete farvi un’idea più approfondita del gioco potete dare un’occhiata all’articolo di Giochi sul nostro tavolo), mi limito a sottolineare alcuni aspetti più interessanti. Al proprio turno si hanno quattro possibili azioni disponibili: acquistare una carta dalla plancia di gioco, opzionare una carta aggiungendola alla propria mano, giocare una carta dalla propria mano pagandone il costo, oppure passare. Le carte hanno un costo di acquisto e permettono di ottenere, alla fine di ogni turno oppure a fine partita, una combinazione  di punti vittoria e soldi. Mischiando con eleganza questi semplici ingredienti si ottiene un gioco di ottimo livello (chi bazzica BGG lo trova intorno al 120 posto della classifica strategica e al 170 della classifica generale).

Come avrete intuito, il gioco richiede di acquistare le carte giuste, al momento giusto, ricordando che una partita dura tra i sette e i dieci round. Le carte sono suddivise in tre tipologie: artigiani, edifici e aristocratici. Vediamo, un po’ più in dettaglio,  le diverse caratteristiche di ogni gruppo di carte.

Gli artigiani hanno il miglior rapporto costo/rendimento: costano mediamente 4 rubli e ne producono 3; pur non fornendo alcun punto vittoria, se acquistati in modo oculato, vi garantiscono un incremento costante dei flussi di cassa da investire in edifici oppure in aristocratici.

Gli edifici servono principalmente a produrre punti vittoria, hanno un costo compreso tra i 5 e i 23 rubli e garantiscono da 1 a 7 punti vittoria per round. Gli edifici meno costosi sembrano avere un rapporto costo/punti meno favorevole ma, potendo essere giocati nei primi turni, producono un ammontare di punti totali considerevole senza prosciugare la cassa.

Gli aristocratici hanno sia un basso rapporto costo/rendimento, sia un basso rapporto costo/punti: rientrano dell’investimento  in circa 4 round e il costo dei punti è superiore a quello degli edifici. I nobili hanno il vantaggio di fornire punti a fine partita: in base al numero di nobili differenti in nostro possesso, il valore finale di ogni nobile oscilla tra 1 e 5 punti vittoria per aristocratico: 5 nobili differenti fanno guadagnare 15 punti, 7 nobili ne portano 28 e 10 nobili ne forniscono 55. Arrivare a giocare 10 aristocratici richiede indicativamente una spesa complessiva “lorda” di 110 rubli che, se supponiamo una durata media della partita di 8 round, al netto delle monete prodotte dai nobili già giocati, si riduce in realtà praticamente a zero. Tutto teoricamente molto bello, sempre che si abbiano abbastanza rubli.

In questo gioco “cash is the king“, lo Zar viene dopo. Se i vostri flussi di cassa rimangono limitati, se non prestate attenzione a come investite ogni misero, singolo, rublo, se non sfruttate gli sconti offerti, vi sentirete presto con le mani legate: i vostri avversari si allontaneranno sempre più velocemente, mentre voi starete ancora arrancando in cerca di “ossigeno”.  St. Petersbrurg mi piace molto! se non l’avete ancora fatto, vi consiglio di dedicargli almeno una partita.

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