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[played4me] Mombasa: Nigrizia o morte!

Alcuni mesi fa ricevetti un’email da lo Straniero che annunciava il suo (temporaneo) ritorno in Italia: giusto un paio di giorni, a luglio, per rivedere alcuni amici, sfruttando l’occasione della transumanza dal Belgio alla Slovenia. Ovviamente le direttive sono sempre chiarissime e “giovedì sera s’ha da giocare”.  Per la chiamata alle armi accendo il bat-meeple segnale luminoso, e aspetto. Rispondono Lucalbiz e Legolas che, pregustando un “Boar deathmatch” , alza la posta proponendo di portare Mombasa. Se stappi un buon vino, meglio bere in compagnia di amici che lo sappiano apprezzare.

Anche questa volta sarò di parte, la parte dei giochi che meritano di essere giocati.

Mombasa (Alexander Pfister, 2015) entrerà presto nella mia ludoteca. Questa volta eviterò completamente di riassumere le regole: e dai! fate un po di fatica e leggetevi una volta tanto un manuale..che poi vi guardate un video di pochi minuti, non capite una minchia e nei forum scrivete stronzate c’è moltissimo materiale in giro che può supplire a questa mancanza (ad esempio questo).

La “piattaforma di gioco” potrebbe ricordare un modello Lotka-Volterra a quattro predatori che competono per spartirsi una preda. I predatori sono quattro Compagnie, la preda da spartirsi è l’Africa del XIX secolo. Le Compagnie sono “agenti” che non appartengono ad alcun giocatore e che, una volta attivate, permettono di compiere un’unica azione: l’espansione verso nuovi territori. Più territori controlla, più il valore della Compagnia aumenta. I giocatori sono investitori che, di base, possono compiere azioni per due scopi principali: espandere le compagnie e, come shareholders,  incrementare il numero di titoli azionari. 

Rispetto ad altri titoli con piattaforme simili (ad esempio Imperial), la gestione delle Compagnie è semplice ed “essenziale”: non sono presenti azioni particolari (investimenti, distribuzione dividendi, ecc) oppure limiti di governance (controllo esclusivo dell’azionista di maggioranza, ecc). Questa essenzialità accentua, a mio parere, l’aspetto di cooperazione indiretta (ma competitiva) nella crescita delle Compagnie: tutti i giocatori hanno sempre la possibilità di espandere qualsiasi compagnia.

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Ho trovato molto interessante anche la soluzione adottata per rendere appetibili, nel breve /medio termine, l’espansione delle Compagnie e l’investimento in titoli azionari: entrambe generano benefici per i giocatori che eseguono l’azione. Sviluppare una compagnia fornisce immediatamente delle risorse (diamanti, punti contabilità, monete, ecc), crescere sui tracciati dei titoli azionari permette di sbloccare delle ulteriori azioni speciali.

Mi è piaciuto molto anche il sistema di (pseudo)deck building e di scelta simultanea di inizio turno che, pur lasciando flessibilità nella fase delle azioni, fa “convergere” le possibili opzioni limitando eventuale PDA. La meccanica di utilizzo/recupero delle carte obbliga ad un’attenta pianificazione e aggiunge un vincolo strategico che può far molto male, se trascurato. La durata limitata (sette turni di gioco) necessita di “entrare subito in partita” poiché anche i primi turni  hanno un peso elevato. 

Sulla piattaforma di base, si innestano due ulteriori “percorsi” di gioco: lo sviluppo contabile e il mercato dei diamanti. Durante la prima partita mi hanno fatto l’effetto (poco entusiasmante) di due “sottogiochi”, inseriti in modo posticcio per aumentare la complessità del gioco principale. Entrambi i percorsi hanno un potenziale, in punti vittoria, paragonabile ad una delle Compagnie e permettono, in aggiunta, la possibilità di “sbloccare” l’utilizzo di un’ulteriore carta in fase di pianificazione. Già dalla seconda partita, questa sensazione è stata un poco mitigata: sviluppo contabile e mercato dei diamanti sono comunque ben integrati nelle meccaniche di gioco.

Bello, bello, bello. Mi è piaciuto e mi è rimasta la voglia di rigiocarci. Se la prima partita non vi convince, vi consiglio di  lasciarlo “riposare” e concedergli una seconda opportunità: la meccanica dell’utilizzo delle carte richiede un minimo di “rodaggio”. L’unico dubbio che mi rimane riguarda il “bilanciamento” della Compagnia di Mombasa: poiché l’azione speciale ad essa collegata si basa sui punti esplorazione, con un unico tipo di carte è possibile  sia espandere la compagnia (guadagnando anche i bonus delle regioni), sia aumentare i titoli azionari; magari è soltanto una mia impressione, tuttavia va ricordato che il gioco si intitola “Mombasa”.

É arrivato il momento di fare un po’ di spazio nella mia ludoteca. Buon gioco.


“[…] la rigenerazione dell’Africa coll’Africa stessa ci parve il solo Programma da doversi seguire per compiere sì luminosa conquista. […] Il Corpo dei giovani negri, formato degli individui che si giudicheranno atti al grande scopo, sarà composto:
1. di Catechisti, a cui si darà una più estesa cognizione delle scienze sacre.
2. di Maestri, a cui si darà la possibile istruzione nelle scienze di prima necessità adattabili ai paesi dell’Interno.
3. di Artisti, a cui si comunicherà la cognizione pratica delle arti necessarie e più utili alle regioni centrali, per formarli virtuosi ed abili agricoltori, medici, flebotomi, infermieri, farmacisti, falegnami, sarti, conciatori di pelli, fabbriferrai, muratori, calzolai etc. Questa classe degli Artisti formerà altresì degli onesti e virtuosi trafficanti per promuovere ed esercitare il commercio degli oggetti nazionali ed esotici più necessari alla vita, affine di crearvi mano mano ed introdurvi quella sorgente di prosperità, che sollevi i popoli negri dalla loro abbiettezza e languore alla condizione di nazioni civili […]

Il corpo delle giovinette negre, formato parimenti degl’individui più atti al grande scopo, sarà composto:
1. di Istitutrici, a cui si darà la possibile istituzione nella religione e nella morale cattolica, affinché ne infondano le massime e la pratica nella femminile società africana, dalla quale, come fra noi, dipende in gran parte la rigenerazione della grande famiglia dei Negri.
2. di Maestre e donne di famiglia, le quali dovranno promuovere l’istruzione femminile in leggere, scrivere, far conti, filare, cucire, tessere, assistere agli infermi, ed esercitare tutte le arti donnesche più utili ai paesi della Nigrizia centrale.

Trapiantati mano mano questi drappelli da ciascuno dei diversi Istituti che circonderanno l’Africa nei diversi punti dei paesi dell’Interno, ciascun individuo, mentre presterà la sua opera a propagarvi la religione e la civiltà in cui venne a tal uopo istituito, ed a promuovere l’agricoltura in quei vergini terreni di libera occupazione, potrà abbracciare quello stato di vita, a cui si sentirà più inclinato.”

(PIANO PER LA RIGENERAZIONE DELL’AFRICA PROPOSTO DA DON DANIELE COMBONI, 1871)

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