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GOA, entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem

ImpenitentMeepleAward

Conobbi GOA grazie ad Arnaud “il Belga”. Se non lo avessi incontrato, quasi per caso durante il suo “grand tour”, sicuramente adesso la mia ludoteca sarebbe più “povera” di molti giochi Belli. Accade spesso che un gioco entri di diritto nella collezione di un appassionato grazie all’influenza di qualche amico: “Guarda, questa sera ti ho portato questo gioco da provare… che ne dici?”. Ti accorgi che il gioco va bene per te quando, a fine partita, ti rimane la voglia di rigiocarci per sperimentare una strategia differente e cercare di fare meglio: la sfida non è più esclusivamente contro gli altri giocatori, è anche contro il gioco stesso.

Anche in questo caso la “regola aurea” è rispettata: il gioco è del 2004 e ha quasi quattordici anni. Ci sono dei giochi che un appassionato dovrebbe assolutamente conoscere per poter valutare correttamente le “fantastiche supermegameravigliose novità” che ogni anno arrivano sul mercato. Andrebbero conosciuti anche per evitare di parlare ad cazzum  senza un minimo di cognizione di causa. Attenzione, non sto dicendo che occorre necessariamente “studiare” la “teoria del game design”, sto semplicemente dicendo che un po’ di pratica, magari partendo dai “classici”, non guasta mai. Ad esempio, “sciacquare i panni a Caylus”, preferibilmente un paio di volte, potrebbe prevenire la tentazione di parlare di Carcassonne come di un bellissimo gioco di “piazzamento lavoratori”. (NB: non ho citato “Bus”, della Splotter, perché praticamente introvabile).

GOA (Rüdiger Dorn, 2004) è il classico esempio di “less is better” ovvero del “Rasoio di Occam” applicato al game design. Non c’è nulla di superfluo oppure sovrabbondante: materiali, grafica, meccaniche sono esattamente quelle che occorrono.

Anche la spiegazione dell’ambientazione è molto semplice (copio dal regolamento perché oggi sono pigro): “In GOA, assumerete il ruolo dei mercanti di spezie portoghesi che viaggiano tra l’India e il Portogallo. Ogni giocatore tenterà di espandere la sua attività in settori quali la cantieristica navale, la raccolta delle spezie, la raccolta delle tasse, l’organizzazione di spedizioni, così come la fondazione e lo sviluppo di nuove colonie. il vostro obiettivo è di avere il maggior numero di punti vittoria alla fine della partita.”

Otto round di gioco, divisi in due fasi, per cercare di guadagnare il maggior numero di punti vittoria.  Ogni round inizia con una fase di asta “bidimensionale”, dove i giocatori, in ordine di turno, prima opzionano una tessera sulla plancia di gioco e poi, quando tutti hanno scelto, la mettono all’asta. In questa fase il primo giocatore mette all’asta anche la tessera che garantisce il privilegio di essere il primo giocatore (insieme ad un’azione aggiuntiva). Nella fase di scelta della tessera per l’asta, è molto interessante l’obbligo di scegliere sempre una tessera “collegata” (ortogonalmente oppure diagonalmente) a quella del giocatore precedente.

Andrew C. da BGG

La seconda fase è quella delle azioni. Ogni giocatore, in ordine di turno, gioca un’azione oppure passa. Le azioni disponibili sono tre, tuttavia è possibile guadagnare azioni aggiuntive che possono essere usate durante il turno in corso. Un’azione aggiuntiva (a turno) può anche essere “salvata” per i turni successivi mentre quelle in più vengono scartate.

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Le azioni disponibili sono quelle indicate nell’introduzione. Possono essere migliorate grazie allo sviluppo della propria plancia “tecnologica”; migliorare le azioni permette anche di guadagnare punti a fine partita (da 1 a 10).

Tramite l’utilizzo di un’azione è quindi possibile:

  • costruire nuove navi,
  • produrre nelle proprie piantagioni di spezie,
  • ricevere delle monete grazie alle tasse,
  • ottenere delle carte spedizione,
  • colonizzare nuovi territori,
  • migliorare una delle azioni precedenti.

Le navi e le spezie vengono utilizzate (consumate) per pagare i miglioramenti (avanzamenti di livello) delle azioni. Le monete servono per acquistare le tessere durante la fase dell’Asta. Infine, le carte spedizione (se giocate) forniscono dei bonus e potenziano temporaneamente le azioni base, oppure permettono di guadagnare punti a fine partita (se mantenute in mano).

GOA è un gioco che intavolo sempre molto volentieri! Tuttavia il regolamento semplice e il flusso di gioco lineare non devono trarre in inganno: per essere padroneggiato il gioco richiede qualche partita e una buona capacità di analisi. La variabilità è data principalmente dalla disposizione (casuale) delle tessere da acquistare all’asta: questa fase non va assolutamente sottovalutata.

Posso anche sbagliarmi, tuttavia penso che GOA sia un ottimo esempio di gioco costruito “per sottrazione”: togliendo tutto il superfluo (in termini di meccaniche e materiali) quello che rimane è un gioco intrinsecamente bello. Purtroppo negli ultimi anni si è assistito alla tendenza opposta: (sovra)caricare un’idea semplice, e funzionale, con elementi accessori, e spesso inutili, al fine di ottenere un prodotto apparentemente più profondo e complesso. Al “barocco” ho sempre preferito il “romanico”.

Suggerimento di inizio autunno: cercate tra i vostri amici chi ha GOA e chiedetegli di fare una partita… potreste passare un ottimo inverno.

 

Per chi non vuole aspettare, su Amazon si trova senza problemi.

September 10, 2017 at 10-41PM

 

Un pensiero riguardo “GOA, entia non sunt multiplicanda praeter necessitatem

  1. Ciao, scusa tanto se i disturbo !
    Ho aperto da poco il mio blog, ho tante idee in testa e spero di riuscire a realizzarle tutte senza deludere i miei lettori. Ti lascio il link, se hai tempo fai un salto, fammi sapere che ne pensi e, se ti va, iscriviti 🙂
    Ti ringrazio in anticipo!

    https://allegrawin.wordpress.com/

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