Ogni tanto, tra uno sproloquio e l’altro, mi capita di fare qualche riferimento a ILSA (informazione ludica a scatola aperta). Leggere ILSA è un po’ come ascoltare alcuni appassionati che, nel tavolo accanto al mio, discutono animatamente della partita appena giocata. Negli anni, fortunatamente, la redazione “fluida” è rimasta fedele alla propria “missione”:
Ci scopriamo presto collezionisti ma non di scatole ‘da gioco’ (quello potrebbero farlo tutti) ma di partite. Collezionisti di ‘esperienze’ di gioco uniche perché irripetibili, ognuna con una storia da ricordare ognuna con un aneddoto da raccontare. […] Non abbiamo la pretesa di custodire chissà quale verità sul gioco da tavolo ma semplicemente ci mettiamo in gioco scommettendo sulla nostra esperienza per provare a parlare del gioco a scatola aperta cioè in modo schietto e onesto e del tutto soggettivo.
Leggere ILSA mi piace soprattutto perché è spudoratamente soggettiva e non si vergogna di dichiararlo. Personalmente non ricerco né l’oggettività asettica dei “maestrini del game design”, né la pluralità spinta di alcune “gang bang ludiche”: ben venga la soggettività di persone competenti e appassionate. Ovviamente c’è anche, da parte mia, una grandissima stima per lo “stile” con il quale la dimensione soggettiva è declinata.
Anche la mia valutazione di ILSA è totalmente soggettiva, tuttavia è stata “calibrata” negli anni: con il passare del tempo ho avuto modo di “mettere alla prova” le recensioni (e le riflessioni) trovandole quasi sempre “in sintonia” con i miei gusti e le mie valutazioni personali.
Questo numero 46 dovrebbe essere letto, a mio avviso, da qualsiasi giocatore che si appresti a lanciarsi nella ludotana del bianconiglio: per non affogare tra le ondate di HYPE, che si abbattono violentemente sul panorama ludico, potrebbe essere rassicurante avere qualche solido punto di riferimento. Sicuramente si può continuare a giocare (e vivere) anche senza aver mai sentito parlare di Thurn and Taxis, Caylus, Saint Petersburg, El Grande, Puerto Rico, Imperial, ecc… tuttavia “la rana nel pozzo non può concepire l’oceano”.
Non mi dilungo oltre… anche perché mi manca da leggere l’ultimo articolo: “Tradizione e Innovazione”. L’ho sfogliato velocemente e mi intrippa parecchio.
Il consiglio l’avete recepito: trovate un po’ di tempo e leggetevi ILSA, magari recuperando anche i numeri vecchi. Oppure lasciate stare e fatevi una partita a Carcassonne: è il miglior gioco di piazzamento lavoratori, con selezione di ruoli, che Stefan Feld abbia mai fatto prima di tingersi i capelli di verde.