Ieri sera mi sono mosso per la prima volta sulle tracce di Marco Polo, e mi sono divertito. Ho vinto: quindi il gioco non può non piacermi. Consiglierò a tutti i miei amici di giocarlo nuovamente con me e, se continuerò a vincere, forse continuerà a piacermi. Non vi spiegherò il regolamento, ciò mi annoia terribilmente. Non so se è così anche per voi, ma il mio tempo è troppo prezioso perché io lo sprechi giocando a brutti giochi (oppure riassumendo regolamenti).
Il gioco è un buon mix di ingredienti differenti, vediamone alcuni.
C’è il setup (molto) variabile delle città grandi, delle città piccole, dei contratti disponibili e degli obiettivi personali; c’è l’asimmetria spinta dei personaggi (ne va scelto uno ad inizio partita) che forza all’utilizzo di strategie particolari, e ci sono i dadi: cinque dadi a testa che sono manipolabili in cambio di cammelli.
L’utilizzo dei dadi è molto fluido e tutto si risolve con un piazzamento lavoratori (i dadi) a forza variabile. Alcune azioni richiedono un dado singolo, altre una coppia, altre preferiscono “il triangolo”. C’è la possibilità di fare azioni già utilizzate (pagando qualche moneta in più) e ci sono le “azioni addizionali”, il tutto per mitigare il senso di frustrazione del “vorrei ma non posso”. La coperta è sempre corta ma l’impressione è che sia abbastanza elastica.
Come in tutti i viaggi di una certa difficoltà, pianificare i propri spostamenti sulla mappa è estremamente importate per poter accedere a particolari rendite (di inizio turno) e ad azioni riservate.
Non mi dilungo oltre perché una singola partita non permette approfondite analisi (e perché ciò mi annoia). Non ho parlato dell’ambientazione perché non l’ho molto sentita: tra raccogliere risorse, decidere che strada percorrere, capire come combinare i dadi e valutare l’utilità dei singoli contratti, non c’è molto tempo da dedicare a fronzoli e orpelli.
E’ un gioco che voglio assolutamente rigiocare perché mi sono molto divertito: è stato tempo ben speso.