Uno dei primi giochi provati a Play 2016. Giocati i primi tre turni, giusto per vedere se c’era feeling. Non c’era.
L’idea di base di Grand Austria Hotel è molto semplice: fai arrivare i clienti, servi loro i cibi che preferiscono, li mandi a dormine nelle camere adatte, ricevi punti e regali (bonus) particolari. Come contorno, ci sono alcune azioni da compiere necessariamente: procurarsi gli ingredienti per la cucina, preparare le stanze, ingraziarsi l’imperatore; non riuscendo a fare tutto da soli, dobbiamo assumere degli aiutanti che ci semplifichino la vita. Ovviamente dobbiamo fare attenzione alle finanze: ci servono per preparare le stanze, attirare i clienti, assumere aiutanti e gestire al meglio la cucina.
Come fare tutto ciò? sfruttando un motore ibrido dadoso a due azioni su tecnologia Yspahan feldizzata a potenza decrescente e sequenzialità semisinusoidale ritardata.
L’ambientazione è resa bene e, giocando, si percepisce la tensione di dover gestire al meglio il Grand Hotel; l’unico elemento un po’ “appiccicato a forza” è, a mio avviso, la gestione della topologia delle stanze e dei relativi cluster cromatici.
Gli ingredienti di base e l’ambientazione mi attirano parecchio, tuttavia ho trovato eccessivo e inutile il downtime tra un’azione e l’altra: c’è poco da pianificare perché dadi e clienti possono variare significativamente tra le due azioni a disposizione (tranne per il giocatore a π/2 che gioca due volte in sequenza).
Se vi capita l’occasione di giocarlo, non lasciatevi scappare l’occasione: ” a pelle” non è il mio tipo, ma a voi potrebbe piacere.
Un pensiero riguardo “[speed dating] Grand Austria Hotel”