Ieri sera, durante la serata ludica associativa, ho avuto l’occasione di discutere con alcuni sodali ludici delle ultime vicissitudini del nuovo Gruppo di Acquisto di Giochi da Tavolo (attivo in Facebook): come ho già raccontato, le prime settimane di vita sono state un po’ “turbolente”. Mentre rientravo a casa, casualmente la replica de La Zanzara in sottofondo, ripensavo all’ultima partita di Nome in Codice appena giocata; nel frattempo, i miei due neuroni, ancora capaci di un briciolo di pensiero laterale, esaurivano il mediatore sinaptico collegando il GASGDT al primo romanzo di Ernest Cline (Ready Player One).
Sono rimasto colpito da un dettaglio che non avevo ancora considerato: un gruppo Facebook può influenzare il mondo fisico; è quindi possibile creare un gruppo Facebook con lo scopo di alterare, collettivamente, dei processi che agiscono nel mondo reale. Questo vuol dire che i gruppi possono servire anche ad altro! esiste una possibilità di “riscatto” rispetto al postare foto di gattini, della propria ludoteca, di giochi setuppati su improbabili tovaglie anni ’60, rispetto al condividere bufale su immigrati, dubbi amletici sulla superiorità di Caverna rispetto ad Agricola, ecc.
Ovviamente questa è una generalizzazione, ne sono consapevole. So che ci sono gruppi in cui i partecipanti si scambiano “idee” (ad esempio suggerimenti di game design) oppure “oggetti” (ad esempio i vari mercatini), tuttavia ritengo che, in questi casi, l’ambito di interazione sia più “intimo”, quasi di tipo P2P.
Nel caso del gruppo GASGDT lo scopo non è condividere una propria passione (i giochi da tavolo) con altri giocatori, bensì creare un processo di acquisto collettivo che crei valore per un gruppo di persone già accomunate dalla stessa passione (e senza la leva del denominatore comune dovuto all’appartenenza a club oppure ad associazioni). Obiettivo estremamente sfidante ma raggiungibile.
Rileggendo i primi post, mi sono accorto che i “passi” sono stati fatti in modo ragionato e competente:
- è subito stata fornita una scelta tra due titoli con target raggiungibile; questo “minimizza l’inerzia” perché dà l’impressione di entrare in qualcosa che è già in funzione;
- è stato fatto un sondaggio per chiedere ai partecipanti quali titoli potevano interessare per focalizzare i passi successivi;
- è stato chiesto di esprimere una preferenza su eventuali cataloghi di case editrici;
- è stata mappata la distribuzione geografica dei partecipanti per creare una “rete solidale” di distribuzione;
- è stata organizzata la comunicazione in modo strutturato per permettere di ritrovare velocemente le FAQ e i progetti attivi;
Infine, nonostante i problemi già citati, traspare chiaramente lo “stile” che viene ricercato: c‘è sempre la richiesta di “smorzare i toni”, di provare a mediare, di “costruire ponti” tra i vari portatori di interesse. Se una cosa va male, se qualcuno rema contro, c’è la voglia di rilanciare su un altro progetto e di scendere in campo su un altro tavolo. Ciò dimostra che si può fare una cosa “per passione” in modo professionale.
Personalmente, mi piace il modo in cui l’amministratore del gruppo sta cercando di camminare: mi fa ricordare le quattro settimane impiegate per arrivare a Santiago. Arrivato sul sagrato, mi accorsi che per percorrere quasi 700km a piedi non servivano grandi cose, bastava fare un passo dopo l’altro.
Ultreya! Suseya!
2 pensieri riguardo “[my2cents] GASGDT …Ultreya! Suseya!”